Il groviglio di gallerie e sale stava prendendo forma, in un dinamismo sempre più lampante ed emozionante. Le torri stavano sorgendo, innalzando tutta l'opera e confermando quella verticalità già suggerita da tutte le guglie che era essenziale. La Victoria tower, la più alta, aveva un numero esagerato di righe a penna verticali. Onestamente persi il conto, non sembravano accordate in un unico metro di misura, ma insieme erano armoniose. Un caos verticale che magari sarebbe stato più adatto ad una struttura gotica, quindi medioevale, rispetto ad una ottocentesca, ma lo accettai comunque. La clock tower adesso avrebbe reso il tutto decisamente più riconoscibile.
In verità il Big Ben è leggermente più alto del dovuto (una sproporzione che notai solo ad opera finita, e per la quale non dormii un paio di notti); nonostante ciò l'effetto che creava mi piaceva: era perfettamente unito al resto del palazzo, sia strutturalmente che concettualmente (grazie all'impiego dello stesso cartone, che fortunatamente abbondava in quel periodo). Non avevo intenzione di mettermi a realizzare 4 orologi a mano che sarebbero dovuti essere identici tra di loro, non ci sarei riuscito; dopotutto il livello del lavoro era elevato, e incominciavo ad esigere un certo rigore. Decisi quindi di disegnare l'orologio una sola volta e fotocopiarlo. Una soluzione semplice ma efficace. Il Natale era alle porte, l'atmosfera era oramai festosa e il modello quasi ultimato. Giorno dopo giorno aggiungevo gli ultimi dettagli fin quando, il 22 dicembre, posai lo stendardo sulla torre più alta. La ciliegina era sulla torta. Tutto era compiuto.
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